La pesca
La pesca e la lavorazione delle spugne è un mestiere vecchio che risale all'epoca antica, all'inizio comparve sulle isole del mare Egeo e poi in tutto il Mediterraneo. I primi sommozzatori andavano in apnea fino alle profondità di 30 metri, e poi con l'aiuto della cosiddetta "campana", l'attrezzo che permetteva al sommozzatore di respirare l'aria ingabbiata, si andava anche in profondità più grandi.
La lavorazione delle spugne
La prima nota riguardo la lavorazione delle spugne risale al 1522, quando ebbe inizio lo sviluppo del mestiere fra i popoli che si trovavano sulle coste orientali del Mediterraneo.
La spugna, estratta dal mare è coperta da una pellicola sottile, di colore scuro, quasi nero, con numerosi fori attraverso i quali essa si nutre con il flusso del mare. Perchè la spugna possa acquistare il suo colore riconoscibile, giallo chiaro, è necessario, dopo la pesca, levare la pellicola, la sua struttura chiara che abbiamo come risultato è, in fondo, lo scheletro della spugna composto da un materiale speciale, "spongin", nel quale si trova ben 14% di iodio. Fino al 1912, i pescatori delle spugne levavano questa pellicola scura pestando e risciacquando le spugne, cioè manualmente, il che rallentava il processo della lavorazione e aumentava il prezzo del prodotto finale.
All'inizio del xx secolo nella lavorazione delle spugne entra il solfato di sodio, che facilita l'asportazione delle componenti calcaree, quindi la spugna acquista molto più velocemente il colore chiaro, ed inoltre, l'intero processo di lavorazione è, sostanzialmente più semplice.
L'utilizzo della spugna
La spugna, utilizzata per le pulizie e i lavaggi, è nota come un prodotto estremamente igienico e di ottima qualità. L'adoperavano già nell'antica Creta, mentre gli antichi romani con la spugna "l'orecchio d'elefante" foderavano le massicce armature di metallo dei loro soldati.
Nel Medioevo iniziò l'uso della spugna in medicina. Nell'età moderna, considerando la crescita dell'utilizzo, con l'introduzione di diversi materali sintetici si è cercato di superare le sue caratteristiche uniche, ma senza successo. Oltre agli scopi cosmetici e igienici, la spugna si utilizza anche per il restauro delle opere d'arte, per la lavorazione fine della ceramica, della porcellana, nonchè in medicine e nei laboratori; la spugna naturale è uno dei pochi materiali resistenti ai solventi per la pulizia dei cilindri di stampa.
Ilaria p.
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